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broking news
Rassegna Stampa di Steffano Assicuratori

MARZO 2019 · n.01

 

INDUSTRIALI TOP ITALIANI CRESCONO NEL CAPITALE DI GENERALI

Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio incrementano le proprie partecipazioni nella compagnia di Trieste: il primo ha rilevatolo 0,051%, e ha così arrotondato la sua quota al 4,78%, il secondo ha comprato lo 0,52% e si è portato oltre la soglia del 4% (al 4,03%). A cavallo di Natale i due imprenditori, che sono da tempo azionisti stabili del Leone di Trieste, hanno effettuato acquisti sul titolo. L'obiettivo dichiarato di Del Vecchio è di arrivare al 5% del capitale, e allo stesso modo Caltagirone si sta rafforzando anche in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione del 7 maggio prossimo.
Insieme con il 13% di Mediobanca e con De Agostini (1,7%) e Benetton (3%) Caltagirone e Del Vecchio costituiscono il «nocciolo duro» di soci che rappresenta una garanzia per le radici italiane del gruppo. E che punta ai 4,5-5 miliardi di dividendi triennali promessi dall’A.D. Philippe Donnet nel piano industriale.

 

POLIZZE CASA E STRUMENTI “SMART HOME”: UN 2018 NON ENTUSIASMANTE

Se la “black box” ha trovato posto in molte auto italiane, lo stesso successo non si è registrato per quanto riguarda la scatola nera domestica. La domotica non fa breccia nel settore assicurativo dove, da tempo, le compagnie propongono dispositivi cosiddetti di "smart home" (sensori e apparecchi connessi per segnalare guasti o intrusioni) a chi acquista polizze casa ma l'accoglienza non è delle migliori. L'arrivo in Italia dei grandi Over The Top (OTT), con gli smart home speaker - Google Home e Amazon Echo - ha rivoluzionato il mercato della casa connessa: con 380 milioni di euro di fatturato nel 2018, in crescita del 52% rispetto al 2017. Il canale assicurativo invece non ha fatto il tanto atteso salto di qualità nel 2018 in termini di vendite: anzi la quota di mercato è scesa dal 4% al 3%. A fine 2018 sono dieci le compagnie assicurative che propongono polizze casa che sfruttano la presenza di oggetti connessi (erano nove a fine 2017), coprendo una quota del 52% del mercato assicurativo domestico ramo danni (UnipolSai e Generali in testa).

 

2019: L’ANNO DELLA FATTURAZIONE ELETTRONICA

Il 2019 sarà ricordato come l’anno della fatturazione elettronica. Ai posteri l’ardua sentenza di capire se il provvedimento avrà raggiunto i risultati sperati: impedire le false fatturazioni e recuperare gettito sottratto alle casse del Fisco. Le critiche e le polemiche in fase sono state comunque molto forti, soprattutto in termini di privacy e per i tanti passaggi che la procedura comporta (utilizzare un software specifico, invio attraverso il sistema di interscambio nazionale, possesso di un proprio indirizzo telematico presso il servizio dell'Agenzia delle Entrate, come Pec o codice univoco). In più sarà necessario conservare le fatture per un periodo di diversi anni (non è chiaro se sono cinque o dieci). Insomma, non tutti sono pronti e questa rivoluzione che rischia di trasformarsi in un vero e proprio caos. La misura riguarda una platea molto vasta: 3 milioni di persone e aziende. La partenza sarà inizialmente morbida perché i primi sei mesi saranno esenti da sanzioni. La disposizione sarà a pieno regime a partire dal 1° luglio 2019 (con deroga per i soggetti con Iva mensile al 30 settembre 2019).

 

INSTABILITA’ MACROECONOMICA: FUGA DAI FONDI E SEGNALI DI RECESSIONE.

L'industria del risparmio gestito italiano nel mese di novembre2018 ha segnato un momento critico: i riscatti hanno superato le sottoscrizioni per 4 miliardi di euro. Si è trattato del mese di gran lunga più negativo da gennaio 2018. Il saldo da inizio anno è rimasto comunque positivo per 9 miliardi di euro. Stabile il patrimonio a quota 2 mila miliardi.
La causa della flessione è da imputare anche, se non soprattutto, alle condizioni di incertezza sui mercati: si estendono i segnali di recessione, e non solo in Italia.

 

IL COACH DIGITALE CHE ANALIZZA IL TUO STILE ALLA GUIDA

DriveNow, società di car sharing del gruppo Bmw, e Generali Italia hanno dato vita da gennaio ad una iniziativa congiunta di sensibilizzazione alla guida, denominata “DriveNow, DriveSafe”.
L'iniziativa si basa sul “Real Time Coaching”, una scatola nera che non registra solamente, ma permette al guidatore di valutare in tempo reale la propria condotta al volante, consentendogli di accedere alla promozione “minuti gratis”. La black box si troverà installata su tutti i 500 veicoli, attualmente in giro per Milano (Bmw e Mini): si tratta di un dispositivo che registra determinali parametri, come velocità, accelerazione, decelerazione, sterzata e frenata, consentendo al guidatore di monitorare in tempo reale e analizzare il proprio stile di guida.
Dal punto di vista della Compagnia è un esperimento interessante perché punta non più soltanto a coprire i rischi di danni, ma anche ad aiutare chi guida a prevenirli.

 

DIVARIO TRA NORD E SUD ITALIA NELLE ASSICURAZIONI AGRICOLE

Il mercato delle assicurazioni agricole agevolate resta fortemente asimmetrico nelle sue connotazioni territoriali. Il Mezzogiorno conferma infatti il suo limitato interesse verso lo strumento, con appena il 12% delle aziende assicurate in Italia, il 7% dei valori e solo il 5% delle superfici. Un rapporto ISMEA mette in evidenza questa tendenza. Il divario Nord-Sud emerge anche (si potrebbe dire paradossalmente) per quei prodotti che maggiormente caratterizzano l’agricoltura del Mezzogiorno: è il caso del grano duro, con appena 214 aziende assicurate nelle regioni meridionali e oltre 2.700 nel Nord Italia, dove però la coltura è poco diffusa.
Motivazioni? Chi ha rinunciato alla copertura assicurativa, pur avendo in passato sottoscritto polizze agevolate, adduce soprattutto motivazioni economiche. C’è poi chi predilige l’approccio “fai da te” ricorrendo a tecniche agronomiche di prevenzione dei danni alle colture o dotando l’azienda di strutture di protezione. Soluzioni di gestione del rischio ritenute evidentemente alternative, e non complementari, alle polizze assicurative.

 

FURTI D’AUTO E TECNOLOGIE: 2400 VEICOLI RECUPERATI NEL 2018

2.363 veicoli rubati recuperati grazie alla tecnologia in radiofrequenza non schermabile, alla partnership con le forze dell’Ordine, a una centrale sempre operativa e all’intervento sul campo di un team di specialisti nella lotta contro i furti d’auto. Gli oltre 220.000 dispositivi installati a bordo, delle vetture e delle moto più appetibili per il business dei furti forniscono oggi un osservatorio unico sull’evoluzione del fenomeno, negli ultimi anni in costante movimento.
Nel 2018 SUV (+62% rispetto al 2017) e citycar nel mirino dei ladri d’auto, come testimonia la presenza nella top ten dei veicoli più rubati di ben 4 Sport Utility Vehicle: Range Rover Evoque, Jeep Renegade, Toyota Rav 4, Nissan Qashqai. Nella graduatoria generale il modello della Land Rover è preceduto solo dalle due vetture regine del mercato delle vendite, Panda e 500.
Per quanto riguarda le regioni più a rischio, la mappa dei furti conferma l’incontrastata supremazia della Campania, dove si è registrato il 45% dei casi che hanno coinvolto veicoli dotati di dispositivi LoJack, seguita da Lazio (21%), Puglia (14%), Lombardia (9%) e Sicilia (4%). In queste cinque regioni si è concentrato il 93% del totale degli episodi criminali.

 

IL PASSAGGERO NON ALLACCIA LA CINTURA? ANCHE CHI GUIDA E’ RESPONSABILE

Una recente ordinanza della Cassazione ha stabilito che se il passeggero non allaccia la cintura la responsabilità è anche del guidatore. La suprema corte ricorda che ogni guidatore prima di mettersi in moto deve assicurarsi che tutto sia a posto nella vettura. Così come non partirebbe accorgendosi di avere una gomma a terra o i freni guasti, così deve evitare di mettersi in viaggio se i passeggeri non allacciano la cintura. Se i passeggeri si rifiutano il guidatore può rifiutarsi di partire oppure farli scendere, ma non può aspettarsi che in caso di incidente il semplice fatto di aver chiesto a tutti di mettersi in sicurezza valga come deresponsabilizzazione totale. In Italia non è facile immaginare che il guidatore si travesta da poliziotto imponendo regole rigide, anche perché molti italiani sono ancora refrattari all'uso della cintura, ma occorre dire che la decisione ha una sua logica stringente.