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Rassegna Stampa di Steffano Assicuratori

FEBBRAIO 2024 · n. 02

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Dr. Marco Steffano
Amministratore Unico

PROTEZIONE E’ ANCHE… UNA MAIL CERTIFICATA!

E’ passato un anno dal momento in cui noi di Steffano Assicuratori abbiamo adottato la tecnologia blockchain, utilizzando un servizio di e-mail certificate creato dal nostro Partner libromastro.io.

Mi sembra corretto fare un primo bilancio dell’iniziativa che, in sintesi, è largamente positivo anche in relazione a diversi pareri, giudizi e valutazioni che ho raccolto da molti Clienti nel corso di questo periodo.

Tutti noi dello staff Steffano Assicuratori, tra commerciali e persone dedicate alla parte gestionale ed amministrativa, nel corso del 2023 abbiamo inviato diverse centinaia di mail certificate e notarizzate, come abbiamo potuto riepilogare a fine anno dai report complessivi ricevuti da libromastro.io.

Tutti i clienti che ci hanno dato un feedback di fatto hanno condiviso che si tratta del servizio del futuro, destinato a mandare in pensione la vecchia PEC… ! Una rete blockchain praticamente consente che qualsiasi cosa tangibile o intangibile che abbia un valore possa essere PROTETTA. Le nostre e-mail certificate attraverso tale tecnologia restano immutabili nel tempo a livello di contenuti, tutte le informazioni, fra cui la data certa, vengono preservate, e diventano pertanto uno strumento opponibile verso i terzi.

In Italia il Decreto Semplificazioni del 2014 aveva già stabilito infatti che la blockchain:

  • È riconosciuta come validazione giuridica
  • È ammissibile come prova in giudizio
  • È riconosciuta in tutti gli stati membri se rilasciata in uno stato dell’UE

Mi sembra utile riepilogare nuovamente, per Clienti più recenti o per chi fino ad oggi non ne fosse stato oggetto, come sono organizzate le nostre comunicazioni “certificate” (vedi anche steffanoassicuratori.it/blockchain-la-pec-del-futuro). Steffano Assicuratori adotta questo sistema in occasione di:

  • Richieste di quotazioni/preventivi
  • Gestione polizze e relativi appendici
  • Gestione dei sinistri
  • Ricevute/quietanze di pagamento

Le nostre e-mail con questo tipo di contenuti vengono indirizzate a voi come destinatari ma anche per conoscenza a notary@libromastro.io. Appena il documento viene registrato sulla blockchain riceviamo tutti una mail di conferma del perfezionamento dell’attività - sia noi, come mittenti della comunicazione, sia voi, come destinatari. Questa conferma corrisponde ad un “Certificato di Notarizzazione” che riporta la data certa dell’invio, l’identità certa del proprietario, il file hash identificativo dei documenti e la conferma di originalità del contenuto notarizzato.

Molti di voi sicuramente ricordano che negli ultimi anni ci siamo soffermati in diverse occasioni, sia attraverso questa Newsletter sia con invii dedicati, sul tema della blockchain. Ancora oggi si continua a parlarne tanto (insieme al tema del momento, l’AI…), ma forse non avendo ancora ben capito esattamente cosa è, a cosa serve e come è possibile utilizzarla. Noi invece siamo passati già l’anno scorso dalle parole ai fatti!

Ovviamente vi invitiamo a contattarci in caso di richiesta di qualunque chiarimento e approfondimento.

A presto!

CON UNA APP INNOVATIVA LO SMARTPHONE RILEVA GLI INCIDENTI STRADALI

Una nuova soluzione di “crash detection” permette di utilizzare lo smartphone per aumentare la sicurezza stradale. Parliamo della nuova app OCTO Digital Driver™? Si tratta di un’applicazione che consente ad ogni smartphone di diventare un sensore per la rilevazione di incidenti gravi e che è in grado di attivare automaticamente i soccorsi senza richiedere nessuna interazione con l’automobilista.
Per le compagnie assicurative la OCTO crash detection via smartphone è in grado di fornire informazioni relative a un incidente, permettendo una gestione efficiente del sinistro, fin dal primo alert. Per i gestori di flotte, inoltre, i benefici includono una maggiore attenzione verso i conducenti e una riduzione dei tempi di fermo delle vetture in gestione.
Considerata la percentuale di utilizzo dello smartphone che supera il 90% in Europa e Nord America e la facilità di installazione delle app, la soluzione di OCTO aumenta i dispositivi di sicurezza a bordo dei veicoli, soprattutto a vantaggio delle auto più datate e non ancora equipaggiate in modo più tecnologico in termini di sicurezza.
Disponibile su iOS e Android, in pochi secondi gli automobilisti possono installare l’app sui loro smartphone senza bisogno di hardware aggiuntivi e ciò può rappresentare un enorme valore per la sicurezza stradale grazie alla larga diffusione degli smartphone a livello globale.

POLIZZE CATASTROFALI: OBBLIGATORIE PER LE IMPRESE ENTRO IL 2024?

La Legge di Bilancio 2024 ha istituito l'obbligo per le imprese di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, contratti assicurativi a copertura dei danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali direttamente causati da eventi quali i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni.
Della mancata assicurazione verrà tenuto conto nell'assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario da parte dello Stato. Inoltre, in caso di accertamento di violazione o elusione dell'obbligo a contrarre, incluso il rinnovo, è previsto che Ivass irroghi una sanzione da 100mila a 500mila euro.
Ma ad oggi ancora non sono state definite le regole del gioco, come, ad esempio (solo per citare gli aspetti più importanti) quali siano le varie tipologie di rischio provocate dagli eventi climatici; quale l'entità dei premi da pagare in base all'area geografica del paese; quali gli schemi contrattuali.

Il Ministero dell'Economia e il Ministero del Made in Italy sono già al lavoro assieme ad Ivass per mettere a terra i numerosi aspetti e costruire questa tipologia di polizze, visto che un decreto attuativo al momento non è previsto. Ma non è escluso che nel decreto Milleproroghe venga prevista la definizione proprio di un decreto attuativo e che le disposizioni della normativa scattino entro 12 mesi dall'entrata in vigore del decreto stesso.
La norma sembra più che giustificata, visto che l'Italia ha altissimo rischio sismico e idrogeologico e bassa penetrazione assicurativa, con l’effetto che ricade sullo Stato, cioè i contribuenti, l’onere di indennizzare calamità e ricostruzioni. Tre dati emblematici sul tema: in Italia, i sinistri da terremoto non assicurati sono il 98%; iI rapporto sul Pil dei premi del ramo danni equivale all’1,9%; la media Ocse del medesimo rapporto vale invece il 4,9%.

INFLAZIONE SU IN ITALIA, GIU’ IN EUROZONA

 

Inflazione in salita a gennaio per il nostro Paese: fa registrare un aumento dello 0,8% su base annua dopo lo 0,6% di dicembre. Lo stima l’Istat che osserva che su base annua l'accelerazione è dovuta all'aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,3%) e dei beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%) e alla diminuzione della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6%, a -21,4%). Dalla stima per il primo mese del 2024 emerge poi la nuova accelerazione del cosiddetto "carrello della spesa" — i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona—, che aumentano del 5,4% dopo il 5,3% di dicembre.
A livello di Eurozona l'inflazione invece sta allentando la morsa. Secondo la stima flash di Eurostat l'inflazione dovrebbe attestarsi al 2,8% a gennaio, in calo rispetto al 2,9% di dicembre. E sono in significativo rallentamento anche gli indici dei prezzi di Germania (dal +3,7% di dicembre al +2,9% di gennaio) e Francia (dal 3,7% di dicembre al +3,1%di gennaio).
Istat inoltre ha aggiornato anche quest'anno il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, includendo alcuni dei prodotti più rappresentativi per i consumi delle famiglie italiane.
Tra i prodotti e i servizi che fanno il loro ingresso ci sono l'apparecchio per deumidificazione e purificazione dell'aria, il calcetto, il tennis, il padel, la lampadina smart, il pasto all you can eat. Ma anche, come ricorda Unione dei Consumatori, i dati Ivass sulle assicurazioni.
Escono invece di scena l'e-book reader, il dispositivo per il tracking delle funzioni vitali, il tagliacapelli elettrico e il regolabarba elettrico.

ASSICURAZIONI MARITTIME CON PREZZI ALLE STELLE

La crisi di Suez sta facendo salire alle stelle i prezzi delle assicurazioni marittime.
Per le navi che transitano abitualmente nel canale, del valore assicurato di 50milioni di dollari, il costo della copertura assicurativa per il rischio guerra è salito, rispetto a ottobre, di 32 volte.
Prima, infatti, il tasso annuo di rischio guerra per Suez che era fuori dalle zone calde, oscillava fra 1 e 2 centesimi, rispetto a un valore assicurato di 50milioni e, per 5mila dollari, veniva assicurata una nave, per un anno, contro quel rischio (con un costo pari quindi allo 0,01%).
Da quando l'area del golfo è diventata ultra sensibile, un'unità di quello stesso valore assicurato che transita da Aden, deve pagare in più lo 0,325%, cioè 160mila dollari, per ogni passaggio. Se invece non transita da lì ma va solo nell'Oceano Indiano, paga da 18mila a 37mila dollari in più. Mentre, se fa uno scalo in un porto israeliano come Ashdod, la stessa nave paga 50mila dollari in più.
Ma se la crisi colpisce, anche sotto il profilo assicurativo, in modo netto le tasche di armatori e noleggiatori, i cambi di rotta delle navi, che sempre meno transitano per Suez e sempre più circumnavigano l'Africa, cominciano ad avere ricadute logistiche sui porti italiani a favore dei porti del Nord Europa. Ad esempio, Msc (la prima società di navigazione al mondo, quanto a numero di navi portacontainer) ha deciso, di saltare con una sua linea, il porto di Napoli e toccare soltanto quelli di Genova e La Spezia. Al momento il rischio che il traffico si concentri solo sugli scali del Nord Europa è limitato, ma tutto dipende da quanto durerà la crisi, perché le Compagnie stanno ridefinendo le rotte delle navi.

NUOVE PROCEDURE PER LE POLIZZE VITA DORMIENTI

Il 22 novembre Ivass aveva annunciato che, per effetto del completamento dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), l'istituto non avrebbe più provveduto, a partire dal 2024, a svolgere l’attività di incrocio dei codici fiscali con i dati presenti presso l'Anagrafe tributaria. Pertanto al fine di verificare il decesso degli assicurati e conseguentemente liquidare le prestazioni dovute, le imprese di assicurazione devono procedere - obbligatoriamente e gratuitamente - a consultare almeno una volta l'anno la neo istituita anagrafe.
Il tema è quello, com’è noto, delle cosiddette “polizze vita dormienti”, le polizze di assicurazione sulla vita la cui prestazione, pur essendo maturata, non è stata pagata ai beneficiari, come, ad esempio, nel caso di polizze caso morte della cui esistenza i beneficiari non siano a conoscenza.
II 26 gennaio la stessa Ivass ha pubblicato una lettera al mercato recante la nuova procedura per la raccolta delle informazioni sul pagamento di tali polizze ai beneficiari e i risultati dell'indagine condotta dall'istituto sulle stesse.
Dai dati forniti dall'indagine risulta che, a giugno 2023, sono state accertate polizze dormienti per un valore di oltre 5 miliardi di euro, dei quali 4 miliardi risultavano essere stati pagati ai beneficiari, con il 18% di polizze ancora da verificare.
Nell'Indagine, Ivass afferma di attendersi dalle imprese, oltre che di consultare l'Anpr, di migliorare gli scambi di flussi informativi con gli intermediari, di semplificare il processo di liquidazione e di attivarsi affinchè la designazione del beneficiario da parte dei contraenti, in sede di stipula della polizza, avvenga in via nominativa.
Ai consumatori, l'istituto invece suggerisce di attivarsi in via autonoma per verificare se un familiare deceduto possa aver stipulato una polizza vita, e si sia beneficiari della prestazione, ricorrendo al servizio ricerca coperture offerto da Ania ovvero all'intermediario assicurativo, alla banca o all'impresa di cui si serviva il familiare.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEL MONDO ASSICURATIVO

Il tema dell’AI è sempre più invasivo nei vari settori della vita lavorativa e non solo, e ovviamente riguarda da vicino anche il mondo assicurativo. David Cis, Chief operating officer di Assicurazioni Generali, ha fatto un punto interessante a questo proposito nell’ambito di una sua recente intervista.
«Finora abbiamo sfruttato l'Intelligenza artificiale non generativa. Da quest'anno però, dopo averla testata, inizieremo a fare uso anche della nuova tipologia di algoritmi».
Parlando delle opportunità per la "generative AI", spiega il manager, Generali la utilizzerà certamente nella scrittura dei codici informatici come supporto ed aiuto nel lavoro degli sviluppatori. Un'attività di sviluppo svolta all'interno della compagnia, specie quando vengono affrontati specifici temi assicurativi in cui è necessario sfruttare dati strutturati interni all'azienda, ma anche lavorando in connessione con soggetti diversi ed esterni alla Compagnia.
Altro ambito in cui Generali fa leva sull'AI è la sempre maggiore sofisticazione della sottoscrizione delle polizze. Basta ricordare l'uso delle immagini satellitari per definire correttamente le caratteristiche di un asset da assicurare: in un immobile, ad esempio, si può pensare alla presenza o meno di una piscina oppure alle condizioni in cui versa il tetto dello stesso stabile.
In generale l'Artificial Intelligence «riesce a considerare molti più dati rispetto a prima. Il che, da una parte, personalizza maggiormente l'offerta», e dall'altra rende il tutto più trasparente.
Insomma, tutto facile come bere un bicchiere d'acqua?
La realtà è più complicata e l’AI nel mondo finanziario può anche avere una narrazione negativa e alimentare preoccupazioni. Ad esempio, l’AI potrà dare luogo ad una disoccupazione strutturale? «Il tema è articolato - precisa David Cis -. Bisognerà vedere e valutare l'effetto combinato di diverse variabili. Da un lato, ci sono alcuni settori in cui l'AI sostituisce in parte il lavoro umano, dall'altro, però, ci sono nuovi mestieri che nascono. In Generali, ad esempio, abbiamo introdotto la figura del cosiddetto "automation engineer". In sintesi è utile evitare conclusioni affrettate.

E TU COME PAGHI? DIGITALE O CONTANTI?

Siamo entrati nell’era cashless, letteralmente «senza contante». Così è identificata la generazione sotto i 25 anni, la generazione Z: per loro è normale pagare solo con app o carta. Il denaro digitale copre ormai circa il 40% dei consumi contro il 44% dei contanti. Il restante 16% è composto da altri pagamenti come assegni e bonifici.
Proprio i cellulari sono l'indicatore del momento. In un anno, tra il primo semestre 2022 e il primo semestre 2023, il transato con i dispositivi indossabili all'interno dei punti vendita è raddoppiato (+97% a 12,2 miliardi) e all'aprile 2023 i soli smartphone coprivano quasi la metà (il 45,7%) dei pagamenti digitali. 
Gli smartphone sono usati soprattutto dai giovanissimi: tra i ragazzi sotto i 25 anni oltre due acquisti su tre (il 66,5%) avvengono con lo smartphone.

Questi giovani non hanno un conto in banca, rifiutano la carta di credito fisica e non hanno un euro in contanti in tasca; spesso sono loro a convincere i genitori a pagare in digitale.
Non significa che gli acquisti dei ragazzi siano soltanto digitali, al contrario. I giovani infatti sono tornati ampiamente anche ai negozi fisici e non fanno più differenza tra ambiente fisico e virtuale: semplicemente, pagano con lo smartphone. Un effetto a sorpresa è che con i pagamenti digitali i giovani sono diventati la fascia maggiore di lettori forti di libri. I lettori di libri sono il 49,6% della popolazione online — rileva un’indagine Netcomm, del dicembre 2023 —. In questo segmento i lettori forti si concentrano tra gli under 25 e gli over 65.

1.500 FILIALI BANCARIE CHIUSE IN DUE ANNI

Collegata alla notizia precedente si rileva infatti un dato concreto legato alla presenza fisica delle banche sul territorio. Negli ultimi due anni in Italia le banche hanno chiuso oltre 1.500 filiali fisiche. di cui ben 823 solo nel 2023, secondo First Cisl.
Il trend è destinato ad accelerare quest'anno, secondo i segnali che arrivano dalle banche che stanno definendo obiettivi sempre più netti di riduzione della rete commerciale fisica.
Vuoi i costi operativi elevati degli sportelli, in molti casi non economicamente sostenibili, vuoi l'innovazione tecnologica che porta verso un utilizzo sempre maggiore dell'internet banking su cui tutti gli istituti stanno investendo, vuoi lo spopolamento anche economico di molti comuni, si assiste a una con una nuova ondata di chiusure.
Numeri alla mano si stanno però privando dell'accesso ad un servizio essenziale milioni di persone. A pagare il prezzo più pesante sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione, che hanno scarse competenze digitali. Il basso livello di utilizzo dell'internet banking rispetto alla media Ue (il 51,5%, secondo quanto dice sempre l'Osservatorio First Cisl, contro una media Ue del 63,9%) conferma peraltro che le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, più che dalla diffusione del digitale.
Da notare che negli Stati Uniti, dove spesso partono fenomeni destinati a diffondersi anche altrove, alcuni colossi si stanno muovendo in modo diverso. JP Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali e continueranno a farlo nei prossimi anni, a dimostrazione che la presenza sul territorio fa bene alla società ma è anche compatibile con i bilanci delle banche.