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Rassegna Stampa di Steffano Assicuratori

GIUGNO 2019 / 04

 

RENDIMENTI FONDI PENSIONE FAVOREVOLI IN PIU’ ANNI (MA OCCHIO AI COSTI)

Nel 2018 i rendimenti netti dei fondi pensione sono stati tutti negativi: meno 2,5% i negoziali (quelli originati dalla contrattazione collettiva); meno 4,5% i fondi aperti (rivolti a chiunque voglia aderirvi); meno 6,5% i Pip di ramo III (generalmente offerti dalle assicurazioni. Un risultato che preoccupa, soprattutto se paragonato alla rivalutazione del TFR, che cresce ogni anno secondo parametri prefissati e non di mercato ('1,5% più il 75% del tasso di inflazione). Il lato positivo è che il bilancio torna positivo per i sottoscrittori dei fondi, di qualsiasi natura, se protratto a 5 e 10 anni. Senza contare il vantaggio fiscale che hanno i lavoratori, soprattutto i dipendenti, grazie al contributo detassato del datore di lavoro. La scelta dei fondi però deve essere molto oculata, soprattutto in relazione ai costi. Un esempio? Dei costi pari al 2% annuo invece che all'1% comportano una riduzione del capitale accumulato di circa il 18% nell'arco di 35 anni. Significa che su un montante teorico di 100 mila euro, a parità di rendimenti, 18 mila euro vengono "bruciati" dai maggiori costi.

 

PENSARE ALLA NON AUTOSUFFICIENZA

Ancora in tema di età avanzate. In Italia si vive a lungo, e questo è positivo. Al 1° gennaio 2018 il 22,6% popolazione aveva un'età superiore o uguale ai 65 anni. Inevitabilmente, più a lungo si vive più si corre il rischio di avere una fetta di popolazione che può andare incontro a perdita dell'autosufficienza nell'età avanzata. L'Ivass, in un recente intervento, ha stimolato Stato, Parti sociali e Mercato assicurativo a lavorare per far sì che aumenti la diffusione delle coperture assicurative per il rischio di perdita dell'autosufficienza, per liberare sempre più il Sistema sanitario pubblico dall'onere per i non autosufficienti, sull’esempio di altri Stati Europei.

 

TRASPARENZA DI RENDIMENTI E COSTI NELLE POLIZZE VITA: IL KID E I DIP

Le nuove norme europee, in vigore dal 2018, e quelle italiane, partite a inizio 2019, puntano a creare una nuova relazione di fiducia con i risparmiatori. Parliamo del mercato delle polizze vita, dove sono partite le iniziative per dare più trasparenza e mettere ordine nei documenti informativi. Per anni note voluminose e informazioni troppo tecniche hanno reso questi strumenti troppo “criptici” agli occhi dei sottoscrittori. Il KID (Key Information Document), riporta una stima (al netto dei costi) di quanto il sottoscrittore può ottenere dopo un certo numero di anni dalla polizza, sulla base della somma investita e di diversi scenari di mercato. I DIP (Documenti Informativi Precontrattuali) rappresentano una semplificazione rispetto alla nota informativa del passato. Inoltre c'è un maggior dettaglio dei costi: oggi, ad esempio, è possibile scoprire quanta parte delle commissioni viene retrocessa ai collocatori. Alcune società arrivano ad indicare nel dettaglio quanta parte dei costi del premio serve a retribuire gli intermediari e quanta le commissioni di gestione - sebbene la presenza di basse o nulle commissioni di retrocessione non implica che il prodotto sia il più economico.

 

SANITA’ INTEGRATIVA

Il 44% di un campione (diecimila cittadini maggiorenni) analizzato dal Censis è “rassegnato” a pagare di tasca propria per la salute, senza nemmeno aver provato a prenotare una visita o un esame attraverso il Servizio sanitario nazionale, A questo si aggiunge un altro dato: il ricorso a prestiti e credito al consumo da parte di cittadini malati o indigenti per finanziarsi le cure mediche è triplicato in un anno, passando dal 10% al 27%. La fotografia che emerge è trasversale: poveri e ricchi sembrano in un qualche modo costretti a passare al privato. In sintesi, la spesa di chi paga di tasca propria salirà a 155 miliardi nel 2019. La popolazione italiana invecchia e dall'inizio della crisi, in circa dieci anni, la spesa pubblica per la salute in Italia si è fermata, mentre quella delle famiglie ha continuato a crescere, come testimoniano i prestiti richiesti. Servirebbe una rapida transizione da una sanità integrativa limitata (oggi circa 14 milioni di persone che già hanno una polizza sanitaria) a una sanità integrativa di tutti.

 

SI TORNA AL CARTACEO?

È necessario porre un freno al fenomeno dell’evasione assicurativa RCA. La politica si muove contro il processo di dematerializzazione del contrassegno RC auto, (legge 24 marzo 2012, n.27) che non rende più obbligatorio esporre il cosiddetto “tagliando assicurativo”. Questo, viene detto, ha rappresentato un nuovo stimolo alla diffusione dell’evasione assicurativa invece che risolvere il problema dei veicoli circolanti sprovvisti di assicurazione obbligatoria, penalizzando anche il mercato del settore. La soluzione? Un espresso divieto alla vendita online delle polizze assicurative in generale, reintroducendo anche l’obbligo di esposizione del tagliando cartaceo dell’assicurazione RCA, integrato da un apposito codice anti contraffazione (codice a barre o QR code) e il possesso del certificato di assicurazione.

 

IL DECRETO CRESCITA APRE ALLA SPERIMENTAZIONE DELLA TECNOFINANZA

Anche Insurtech (la tecnologia che semplifica il settore assicurativo), insieme a molti altri strumenti, sistemi e tecnologie di tipo sperimentale, finalizzati ad accrescere la competitività delle imprese e del mercato, saranno definiti da uno o più regolamenti, che il Ministero dell'Economia adotterà, dopo aver sentito Bankitalia, Consob e Ivass. Un emendamento al Decreto Crescita (n. 34/2019), approvato in commissione bilancio e finanze alla Camera, spalanca la porta tutto ciò che compone l'universo della Tecnofinanza: le startup e gli strumenti digitali, che operano in ambito di criptovalute e denaro digitale; le cosiddette ICO (Initial coin offer), le catene di blocchi come Bitcoin o Ethereum; oppure strumenti come gli smart contract, l'open banking, gli algoritmi che automatizzano la consulenza in investimenti; e appunto Insurtech e Regtech. La sperimentazione dei nuovi strumenti tecnofinanziari (ancora tutti da definire, ed eventualmente da escogitare) dovrà durare al massimo 18 mesi, prevedere requisiti patrimoniali ridotti e adempimenti semplificati per imprese e operatori, disporre il rilascio in tempi brevi delle autorizzazioni e definire i parametri entro cui i soggetti abilitati potranno operare.

 

L’AUTO PRIVATA NEL FUTURO SCOMPARIRA’

EcoMotion, la fiera sulla smart mobility di Tel Aviv, è il più grande evento internazionale nel settore. Dei 4 mila visitatori della recente edizione, un migliaio erano dirigenti di aziende internazionali. Un Paese come Israele, che non ha mai avuto un'industria di produzione di automobili, sta diventando il punto di riferimento dell'innovazione mondiale nel trasporto intelligente. Perché è interessante? Per gli scenari vicinissimi, che toccheranno le nostre vite in tema mobilità ed automobile. Pare che il mondo sia proprio arrivato al punto di svolta: tra vent'anni la situazione nelle strade sarà ribaltata rispetto a oggi. Solo i veicoli a guida autonoma potranno circolare e guideremo le auto per hobby, in circuiti dedicati. Saranno sempre più privilegiati pedoni, mini-veicoli elettrici e trasporti condivisi e il concetto di auto privata è destinato a scomparire.

 

VISIONE DI PERIODO DELLE COMPAGNIE: PERFORMANCE E SOSTENIBILITA’

A fronte di un andamento sostanzialmente positivo della raccolta premi (+5% nel 2018, secondo gli ultimi dati IVASS), le imprese assicurative stanno procedendo rapidamente nell'innovare la propria gamma di prodotti e servizi anche in ambiti caratterizzati da sofisticate applicazioni tecnologiche. In altri termini, la tendenza che si osserva nei grandi gruppi assicurativi è lo sforzo per migliorare le performance dei propri modelli di business senza sacrificare gli investimenti in innovazione e sostenibilità. Non si tratta solo di proporre alla clientela nuovi prodotti personalizzati, ma anche di subire un confronto più diretto e trasparente dei prezzi e delle tariffe dei prodotti. Il comparto dell'Insurtech, che impegna dal 2018 investimenti mondiali per diversi miliardi di dollari e si fonda sulla combinazione di tecnologie e strumenti volti a potenziare l'efficienza e l'efficacia dei prodotti assicurativi, sta rappresentando il vero terreno del confronto competitivo tra compagnie.